Autopalpazione testicoli come fare

L’autopalpazione testicoli è molto importante e tutti dovrebbero eseguirla almeno una volta al mese a partire dalla pubertà.

L’autopalpazione in questo specifico caso aiuta a diagnosticare precocemente il tumore ai testicoli, ma anche per riscontrare alcune condizioni che potrebbero mettere a rischio la fertilità dell’uomo.

L’autopalpazione testicoli rappresenta uno strumento molto efficace di diagnosi ed equivale a quello che nelle donne è l’autopalpazione del seno, nei confronti della quale si è spesso fatta opera di sensibilizzazione.

In questa guida ti spiegheremo tutto quello che devi assolutamente sapere sull’argomento.

Come eseguire l’autopalpazione ai testicoli

Per eseguire l’autopalpazione testicoli ti devi mettere davanti ad uno specchio subito dopo aver fatto un bagno caldo.

In questo modo lo scroto sarà rilassato, quindi sarà più facile procedere con l’autopalpazione testicoli.

Prima di passare all’autopalpazione testicoli vera e propria, procedi con un esame visivo.

In questo modo potrai riscontrare eventualmente un testicolo gonfio o qualche tumefazione particolare, che sarebbe il caso di attenzionare, sottoponendosi poi alla visita di un andrologo.

L’autopalpazione testicoli avviene toccando ogni testicolo con entrambe le mani. L’indice e il medio vanno posti nella zona inferiore e il pollice in quella superiore.

Facendo ruotare le dita, si esplorano i testicoli, facendo attenzione soprattutto alla sensazione che si prova al tocco.

Normalmente i testicoli all’autopalpazione non dovrebbero far provare alcuna sensazione di dolore.

Si può riscontrare un testicolo di dimensioni maggiori rispetto all’altro, una condizione che entro certi limiti può essere considerata normale.

Durante l’autopalpazione testicoli, si può esplorare anche l’epididimo, una struttura morbida che ha il compito di trasportare gli spermatozoi. L’epididimo si trova sopra e dietro ai testicoli. Si può verificare che non contenga cisti.

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Quando rivolgersi al medico

In caso di dolore ai testicoli, oltre ad eseguire un’autopalpazione personale, occorre sempre rivolgersi ad un medico di fiducia.

Naturalmente nemmeno in caso di dolore o di fastidio è opportuno farsi prendere dal panico.

Molti si lasciano condizionare pensando subito ad un tumore, ma bisogna precisare che un tumore ai testicoli di solito non si presenta con alcuna sintomatologia dolorosa.

È possibile invece che più che altro il dolore ai testicoli sia provocato da altre condizioni, come per esempio alcune infiammazioni che si verificano nel caso dell’orchite o dell’epididimite, dall’accumulo di liquido all’interno dello scroto, condizione nota con il nome di idrocele, o dalla torsione del testicolo.

La diagnosi di tutte queste situazioni va affidata esclusivamente ad un medico esperto. Inoltre, se in seguito all’autopalpazione testicoli si notano dei noduli duri al tatto, dovresti sempre rivolgerti ad un andrologo, in modo che possa sottoporti a degli esami più accurati.

Il tumore al testicolo

Il tumore ai testicoli può colpire uno o entrambi i testicoli. Nello specifico è possibile individuare due tipi di neoplasia.

Si tratta di seminomi e non seminomi. I seminomi interessano soprattutto le cellule germinali, da cui hanno origine gli spermatozoi. Si caratterizzano per una crescita più lenta.

I non seminomi costituiscono la forma più comune di tumore ai testicoli. Crescono e si diffondono più rapidamente, interessando anche altre parti del corpo.

I sintomi principali di un tumore ai testicoli non si riscontrano soprattutto nella fase iniziale, ma vengono a manifestarsi soprattutto quando la malattia è in una fase avanzata.

Ecco perché è fondamentale anche l’autopalpazione testicoli, per poter effettuare una diagnosi precoce e procedere il prima possibile con le cure.

In fase avanzata un tumore testicolare può comportare il gonfiore ad un testicolo, una sensazione di dolore che può interessare a volte tutto lo scroto, l’accumulo di liquidi all’interno dello scroto e un dolore all’inguine.

Di solito ciò che fa scattare il campanello di allarme, per poi arrivare ad una diagnosi completa, è rappresentato dal riscontrare proprio attraverso l’autopalpazione dei noduli o delle piccole masse rotondeggianti proprio nei testicoli.

Il tumore ai testicoli si può curare. Grazie alle tecniche che sono state sviluppate negli ultimi anni, la maggior parte dei pazienti riesce ad avere una guarigione completa.

Esistono a disposizione diverse forme terapeutiche, che vanno decise dal medico caso per caso e sono legate anche allo stadio in cui il tumore viene individuato.

Per esempio per un tumore ai testicoli individuato in fase precoce si può fare ricorso alla chirurgia dei linfonodi, alla chemioterapia o alla radioterapia.

Quando invece il tumore è nelle fasi più avanzate, appare necessaria la chemioterapia.

È comunque richiesta in tutti i casi un’attenzione particolare negli anni ed è importante sottoporsi a dei controlli regolari.

I farmaci sono importanti, perché le ultime indagini hanno messo in luce che contribuiscono alla guarigione anche nel 60-70% dei casi in cui la malattia si è già diffusa in altre parti del corpo.

Quando il tumore è in fase iniziale, si procede chirurgicamente con l’asportazione del testicolo e del funicolo spermatico.

Negli stadi più avanzati, specialmente quando le metastasi hanno colpito anche i linfonodi dell’addome o altri organi, si deve procedere con la chemioterapia.

Normalmente, facendo riferimento a quella che potrebbe essere l’evoluzione di un tumore al testicolo, si distinguono varie fasi.

Lo stadio primo è il tumore circoscritto al testicolo, nello stadio secondo il tumore al testicolo si è diffuso anche ai linfonodi dell’addome. Nello stadio terzo il tumore si è diffuso al di là dei linfonodi e ha determinato anche lo spostamento di metastasi a distanza, colpendo altri organi, come per esempio il fegato o i polmoni.

Gli esperti fanno notare che i tumori al testicolo colpiscono soprattutto i giovani, i pazienti compresi fra i 20 e i 40 anni. Fino a 50 anni questa neoplasia costituisce il tipo di tumore più frequente negli uomini. Dopo i 50 anni l’incidenza si riduce del 90%.

Approfondimenti utili:

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